Tutto il resto è disco dance: Mr Strippoli's history.

venerdì, settembre 09, 2005

Mr Strippoli's history.

Ladies and Gentlemen, ecco a voi, Mister Franco Strippoli. E voi direte, chi cazzo è Mister Franco Strippoli? Ecco che dunque vorrei presentarmi a voi, luridi navigatori, in tutto il mio splendore, raccontandovi in breve chi sono, da dove “vengo” e cosa ho fatto in questi anni.

1981
Nel caldissimo mese di agosto nasco per sbaglio a Pesaro da una coppia di eroinomani, che presto mi affida ad un’altra famiglia. Se di solito sono le famiglie italiane ad adottare bambini del terzo mondo, io risulto essere il primo caso in Italia di bambino occidentale affidato ad una famiglia di extracomunitari. Il signor e la (gran)signora Mustafà mi accolgono nella loro roulotte e mi riempiono d’amore e d’insulti.
1995
Finisco le scuole elementari a pieni voti e decido di sperimentare i più svariati lavori: barman, menestrello, garzone, gelataio ambulante, scaricatore di porto, scaricatore di porco, porco.
1996
Mi innamoro di una mia coetanea con lo scooter, 20 chili più grassa di me ma con due pere da overdose. Lei non mi si fila di striscio, così decido di perdere la verginità con il gatto di sua nonna, Mimì.
1997
Nei bagni dell’Autogrill scorgo una frase di Oscar Wilde, e questa cambia per sempre la mia vita. La frase dice:
"La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: una semplice confessione di fallimento".
Improvvisamente capisco. Realizzo. In due giorni lascio Mimì e parto per il Brasile.
2000
Il Brasile è fantastico. Giro tutto il mese di febbraio con indosso l’abito da pavone. Tra mignotte e carnevali mi costruisco un nome e una reputazione degna di Al Capone, che mi permette di venire a conoscenza di personalità illustri e di tutto rispetto.
All’apice del successo e della gioia commetto un errore che dà l’ennesima svolta alla mia squallida esistenza. A cena con il senatore dello Zaire, Mr. Wantoi, una persona estremamente carismatica, risultato dall’incrocio di un papà cinese e una mamma senegalese, mi bevo cinque caipiriñe e ho la brillante idea di raccontare a tutta la tavolata la barzelletta del cinese che entra in un bar e chiede al barista di colore:"dammi una birra, negro"
E il barista: "Ma non ci pensi a come possano farmi sentire queste parole? Non me lo sarei mai aspettato da una persona che fa parte di un'altra minoranza etnica. Facciamo così, vieni dietro il bancone che ti faccio sentire cosa si prova."
Il cinese accetta e i due si scambiano di posto.
Il barista: "Hey muso giallo dammi una birra". Il cinese risponde: "Mi dispiace, non serviamo i negri".
Beh, dopo quell’uscita infelice mi ritrovo senza una casa, senza amici, ma soprattutto, senza un orecchio.
2004
Mesto e con la coda fra le gambe me ne torno nel Bel Paese, senza un lavoro, senza un orecchio, ma soprattutto, senza una donna.
Il ritorno è drammatico ma presto mi si ripresenta il sorriso. Mi fidanzo con Lea, una ragazza senza naso, e poi trovo un lavoro. La redazione della nota rivista per animali, Cavallo Magazine, cercava un inviato speciale di razza caucasica, ed io ho rispondo presente.
Il mio primo articolo lo intitolo “Ho licenziato Dio: la storia di Meopoldo, un fantino miracolato”, e riscuote panico e successo in tutta la redazione. Da lì in avanti, tutto appare in discesa.
Qui di seguito allego due foto riguardanti il suddetto lavoro.


2005, settembre
Reso celebre dal mio lavoro, Massimiliano DeMarco, assiduo lettore di Cavallo Magazine, mi ha chiesto di partecipare al suo Blog (cos’è un Blog?), ed io, come sempre nella mia vita, ho accettato senza sapere perché…



hits