Tutto il resto è disco dance: The fabulous adventures of Peggy Dog, globetrotter

martedì, ottobre 11, 2005

The fabulous adventures of Peggy Dog, globetrotter

Bene, in teoria dovrei parlare di musica. Il problema è che sono senza pc, non scopro nuovi gruppi, e sapete che è bello parlare delle nuove scoperte, non di come a 16 anni sono passato dai Nirvana a Battiato in 3 passaggi. Quindi, cogliendo l'occasione di un meeting serale con frizkner, scriveremo un pezzo a quattro zampe. E sarà la storia di uomo-animale mitologico... il nostro amico Cane Peggy, e la sua metamorfosi

Tanto tempo fa, nasceva tra le nebbie brianzole un riccio cucciolo di omocanide, ultimo di una cucciolata di giocattolai: egli infatti era figlio diretto di uno dei principali fornitori di Babbo Natale, secondo nell'immaginazione dei bambini soltanto all'ippopotamo della Lines.
Viveva in un posto talmente ampio, talmente verde, talmente paesedeibalocchi che la sua non può che essere stata un'adolescenza triste. Di conseguenza, la ometteremo.
Il nostro incontro con il Cane Peggy avvenne in anni differenti, ma l'approccio fu molto simile: egli infatti ci corse incontro ubriaco mugolando a festa, farfugliando delle parole gioiose ma che, all'interno di una frase, non avevano alcun senso. Ci colpii subito, per diversi motivi: egli era un cane affettuoso, fedele, sempre pronto a soccorrerti quando però non ne avevi bisogno e, soprattutto, se rispondeva al telefono. Era solito accompagnarti a lezione, e aspettarti fedele al baracchino; aveva parole gentili per tutti e non litigava mai con nessuno. L'unico che riuscì a farlo andare su tutte le furie fu un certo CyberPisani, di cui forse un giorno (sperate che sia lontano) vi narreremo la storia. Ad ogni modo, per farvi capire il tipo, se avete bisogno di spostare un pianoforte da un appartamento al quinto piano, se vi risponde al telefono lui è l'unico che non inventerà scuse improbabili e verrà a darvi una mano. Inoltre, fino a qualche mese fa il nostro eroe sembrava avesse sepolto per sempre i suoi primordiali istinti, ed era quindi sempre pronto a tuffarsi in passatempi squisitamente maschili, come la birra, il calcio, il buttadentro e la birra. Sempre se vi rispondeva al telefono. E poi viaggiava, viaggiava, viaggiava: non c'era continente che non avesse toccato negli ultimi anni, nelle sue fughe dalla triste Brianza. Ma alla fine tornava sempre a casa, ad abbaiare alla luna come ad ogni buon Cane che si convenga.
Un bel giorno, conobbe una cagnetta: fui personale testimone dell'esplosione dei suoi ormoni, avendo io stesso presentatogli il suo futuro amore. Ebbene, iniziò a latitare sempre più, immerso com'era negli ancestrali riti di accoppiamento: non guardava più nemmeno i secondi tempi di una partita di Cempion Ligs, lui che per l'Inter un tempo avrebbe dato la vita. Ma noi continuavamo a volergli bene, nonostante rispondesse al telefono ancora meno di prima, e fummo ben contenti di vederlo così felice. Così, gli impartimmo la nostra benedizione.
Il nostro buon Cane era solito dire che non voleva essere un giocattolaio come il suo Cane Padre e prima ancora il Cane Nonno; diceva anche che il giorno in cui tutti noi, suoi padroni, avremmo abbandonato la vita universitaria, lui non avrebbe più potuto aspettarci al baracchino, e sarebbe partito per l'America. Noi si rispondeva "Si, Cane", gli davamo delle pacche amichevoli sui ricci e, accarezzandogli la pancia, ci facevamo delle grasse risate non dandogli assolutamente retta.
Ma quel giorno, alfine, arrivò. Ci chiamò, ci riunì, e noi capimmo che c'era qualcosa di strano. Infatti, arrivò vestito con un gessato grigio, con un cappello a larghe falde, e ci disse: "il Cane è morto, adesso c'è solo Lorenzo l'Americano". Aveva un mitra sottobraccio, e ci costrinse così a credergli. Faceva lo spaccone, voleva uccidere tutti per dimostrare di essere diventato un perfetto gangster di Chicago. Prima di andare, però, ci diede un colpetto con le zampe pelose, come faceva ai bei vecchi tempi. E lo salutammo, perchè ogni volta che lui partiva noi non sapevamo mai quando sarebbe tornato.A maggior ragione stavolta.
Au revoir, Cane Peggy

6 Comments:

At 12 ottobre, 2005 17:24, Anonymous Anonimo said...

veramente suggestivo..
piso

 
At 12 ottobre, 2005 17:30, Anonymous Anonimo said...

ah cmq è fabulous!

 
At 12 ottobre, 2005 18:56, Anonymous Anonimo said...

very PEZZENT......
ma a noi ci piace così.... vai CANE Americano siamo tutti con te!!!!!

 
At 13 ottobre, 2005 16:55, Anonymous Anonimo said...

ho pianto tanto..

 
At 17 ottobre, 2005 18:33, Anonymous Anonimo said...

io ho pianto...
peggy già mi manchi molto!
massi, sei stato fenomenale!
vi voglio bene
paola

 
At 01 novembre, 2005 21:05, Anonymous Anonimo said...

scopro ora che si poteva anche rispondere...
La mia vita gira attorno a grandi titoli e non a piccole scritte in fondo ad un testo.
grazie massi

 

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