Tutto il resto è disco dance: UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA

lunedì, gennaio 09, 2006

UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA

- Sono stivali russi, quelli?
Un sorrisetto, una smorfia, la ricerca di condividere con me, a lei di fronte, quell’ironia che appariva pressoché inevitabile.
La ragazza castana non ritenne necessario rispondere a quell’insolita domanda, e si limitò a scuotere il capo, sorridendo di sarcastico stupore.
Quel buffo vecchino, dal canto suo, non afferrò il buon divertimento della ragazza, e continuò a fissare quel paio di stivali.
Marroni, di pelle chiara, gli stivali della ragazza castana erano alti e terminavano con del pelo bianco e grigio, quasi a toccarle le ginocchia. Erano stivali italiani, molto di moda fra i giovani. Stivali normali agli occhi di tutti. Agli occhi della ragazza castana. Ai miei occhi, che li guardavano dal seggiolino opposto dello stesso tram. Agli occhi della signora mascolina che sedeva alla mia destra. Agli occhi dell’autista che li fissava dallo specchietto. Agli occhi dei miei occhi. Gli occhi divini. Ma non agli occhi di quel signore antico.
Il suo nome era Giacinto. Il mio Franco. Quell’uomo doveva proprio appartenere ad un’altra era geologica. Scoprii solo più tardi, inventandomelo, che Giacinto era rimasto ibernato in un laboratorio iperbarico per gli ultimi quarant’anni. Un esperimento militare, credo. Quello era il suo primo giorno di vita dopo lo scongelamento, ed io ebbi la fortuna di godere del suo primo impatto col presente. Che per lui era futuro.
“ Sono stivali russi, quelli?” Uno spassosissimo impatto.
Scesi dal tram, camminai per cinque minuti, arrivai a casa. Prima di entrare, avevo già deciso che non potevo non trascrivere quello che mi era appena accaduto.
Ben tornato tra noi Giacinto, ti presento il 2006!



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