Tutto il resto è disco dance: Capod

venerdì, dicembre 28, 2007

Capod

"no... non parlo più con i lampioni lungo i viali...
son diventati troppo snob

e tu che fai... traffico in perle per maiali..
"

E quindi stasera uno dei quei posti pieni di varia umanità, di facce viziose e farabutte, di quelli che han venduto per tremila lire la madre ad un nano.

E poi? Capodanno? No, no, ma che capodanno. Al massimo Capo d'Otranto. E magari, che stare lì ai piedi di quel faro, all'alba, è una delle cose più belle che ti possano capitare, sient'ammè (e consiglio clic sulla foto per ingrandire).

Buon duemilaqualcosa, mi pare che si usi dirlo.



4 Comments:

At 29 dicembre, 2007 00:48, Anonymous Anonimo said...

Sulle prime, spinta anche dalla foto (splendida) mi son detta ...ce ne fossero, di Capodanni cosi'!

E invece finisci come tutti gli anni a casa di qualcuno (l'unico sfigato che non ha proprio saputo come dire di no) con la tua brava teglia di lasagne con l'alluminio sopra, che plana serena sulla mega tavola imbandita con almeno altre tre teglie sorelle, con le quali condividerà il proprio destino: ne verra' mangiato il 5% (e il resto perseguitera' per giorni il padrone di casa incredibilmente sprovvisto di frigo titanico e appetito ciclopico e "per favore venite anche domani a colazione-pranzo-cena cosi' mi aiutate a finire tutto e meno male che e' inverno e li tengo di fuori in balcone".
E tutti li a far finta di divertirsi, a cercare un modo come un altro per ammazzare il tempo, a fare l'appello di tutti gli ex compagni di scuola persi di vista (o compagni di squadra, o di giochi, o di viaggio...) e chi hai visto tu e ma lo sai che quello s'e' sposato?
e poi, di nuovo... mezzanotte, un brindisi, il giro dei baci e poi a chiedersi: ma e' tutto qui? e quei capodanni di una volta? no, dico... quelli dei quindici, sedici anni, quelli che iniziavi a pensarci su a settembre e ti sembrava che avessero dentro tutto il divertimento, le promesse e le speranze di un paio di settimane di vacanza estive (almeno)?
e allora tutti a dire: ma no, no che non e' tutto qui, che ora si esce, si va, si spacca tutto, si trova un posto, la gente, la festa ...e passi le due ore seguenti a vagare da un posto all'altro, a prendere del gran freddo e le lasagne ti si piantano li, che non hai piu sedici anni, cocco, e la digestione e' una cosa seria.

Ma diciamocela tutta: fossimo anche a Capo d'Otranto, al faro, e tutte quelle robe li... io gia' lo so, che a me verrebbe sonno e freddo e anche un po' fame... e forse il tramonto non me lo godrei poi cosi' tanto.
Che sto invecchiando me ne sono accorta da un pezzo. Che sto diventando una piaga sociale anche. Ma a me non me lo leva di testa nessuno che a Capodanno (ma vale per ogni altra sera in cui non ci sia VERAMENTE qualcosa per cui valga a pena di uscire) uno se ne dovrebbe stare a casa al calduccio, pappa buona, divano+coperta e il tuo lui/lei abbarbicato a te.

E tanti auguri a tutti.

 
At 29 dicembre, 2007 05:06, Blogger Massi said...

e che, ti devo dire che non hai ragione? ce l'hai, è tutto insulso come in qualsiasi delle mille situazioni in cui è proibito non divertirsi.

potevo postare il tuo commento, quasi quasi.. però fatti dire: se a quel faro ci arrivi verso le 3.30, quando fai in tempo a vedere le stelle senza nessuna luce artificiale nelle vicinanze, e poi vedi pian piano il sole che sorge e la linea dell'orizzonte di colori che nemmeno pensavi di conoscere... allora beh, 'fanculo le feste che ne vale dannatamente la pena e del freddo, dei giacigli scomodi e tutto il resto... chissenefotte!

 
At 02 gennaio, 2008 04:22, Blogger laTitti said...

Rubami l'amore e rubami
il pensiero di dovermi alzare
e ruba anche l'ombra di fico che copre
il cicalar della comare
che vedo bianco di calce e pale
pigramente virare
e ho in bocca rena di sogno
nella rete del sonno meridiano
che come rena
mi fugge di mano

Che sudati è meglio
e il morso è più maturo
e la fame è più fame
e la morte è più morte
sale e perle sulla fronte
languida sete avara
bellezza che succhi la volontà
dal cielo della bocca
bocca bacio di pesca che mangi il silenzio
del mio cuore

Sud
fuga dell'anima tornare a sud
di me
come si torna sempre all'amor
vivere accesi dall'afa di Luglio
appesi al mio viaggiar
camminando non c'è strada per andare
che non sia di camminar

Mescimi il vino più forte più nero
talamo d'affanno
occhio del mistero
olio di giara, grilli, torre saracena
nell'incendio della sera
e uscire di lampare
lentamente nel mare
bussare alle persiane di visioni
e di passi di anziani

Sud
fuga dell'anima tornare a sud
di me
come si torna sempre all'amor
vivere accesi dall'afa di Luglio
appesi al mio viaggiar
camminando non c'è strada per andare
che non sia di camminar

rubami la luna e levagli
la smorfia triste quando è piena
e ruba anche la vergine azzurra
che ci spia vestirci stanchi per uscire
fresca camicia di seta in attesa
croccante e stirata
per lo struscio e un'orzata
nel corso affollato in processione
la banda attacca il suo marciar
così va la vita

 
At 03 gennaio, 2008 22:13, Anonymous Anonimo said...

Rispetto alle aspettative pre-capodannesche devo dire che ...ma lo sai che invece no?

Intendiamoci... nel senso gattopardesco del tutto deve cambiare perche' tutto rimanga uguale.

E allora ti raccontero' del mio capodanno 2008.

Eravamo rimasti al tutto gia' visto, tutto gia' pronto: la lasagna, i gruppetti di amici che pascolano tranquilli nel salotto, tu che quando proprio ti sei rotto i maroni oltre ogni dire puoi alzarti e farti i beneamati ca**i del padrone di casa curiosando tra le sue bollette, i suoi libri e i suoi CD, per scoprire che lo stesso uomo che oggi sdegnato ascolta solo rock post moderno, eversivo e di avanguardia conserva nostalgico un antonello venditti anni ottanta... e allora eccola la' che spunta la pensata geniale: ma perche' invece non si va a cena fuori?

Mitici! trovatelo voi un ristorante il 30 dicembre (domenica)...ma li ho tutti io gli amici geniali??

Comunque... dopo un po' di telefonate, salta fuori la prima alternativa: posto conosciuto, gestito da un cantautore rock locale, noto nella zona per le vibranti performance live, che promette cucina romagnola casalinga in quantità smodata e concertone finale. Tavolo prenotato da tempo e paccato all'ultimo, sembra tutto perfetto... tranne il numero: ci si sta in non piu di dieci e noi tra parenti e affini, morose e coniugi si sfiora la ventina.

IO personalmente intravedo una soluzione a tutti i problemi: eliminazione delle coppie pacco/noiose/nuove (quelle per intenderci che stanno insieme da meno di sei mesi e passano la serata a guardarsi negli occhi...)
Mi viene risposto che non si puo'... (e in fondo penso anche io la stessa cosa, ma con una sfumatura leggermente diversa...)

Quindi scatta l'altrenativa: cena in agriturismo.
Nello specifico, lo stesso agriturismo sede del peggior pranzo di nozze della mia vita: il 20 luglio, weekend piu caldo dell'estate, in una "veranda": quattro pareti quattro di plexiglas e il tetto sopra, naturalmente priva di impianto di condizionamento. Di quel giorno ricordero' per sempre gli antipasti fritti (inauditi dato il contesto) e il calore onnipresente che mi costringeva a rifugiarmi ogni dieci minuti nel corpo centrale della costruzione dove ha sede la cucina per un po' di refrigerio.
Fatti due conti, avverto gli altri (ignari?) che senz'altro ci avrebbero messi in veranda anche la sera del 31... senza riscaldamento a meno di un paio di "funghi" e mi si dice che ma figurati...

Lascio a te immaginare il resto.

Aggiungo solo che naturalmente non e' stato possibile parlare con nessuno che non fosse seduto di fianco o di fronte a me, per l'impossibilita' pratica a muoversi, e che di questi il piu simpatico era Andrea.

Se becco ancora la Littizzetto che mi dice "meglio cambiare, neh??" la uccido.

Buon anno!

 

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