Tutto il resto è disco dance: agosto 2006

mercoledì, agosto 30, 2006

Ma io dico...

No, insomma, io dico... sono anni che ascolto "Non è l'amore che va via" di Capossela.
Ho sempre pensato che dicesse, verso la fine, "soltanto il petto dà un cenno di te", e immaginavo anche la scena di lui che sussurra ad una lei dormiente, il cui unico segno di vita è il movimento del respiro.
L'altro giorno, invece, cerco il testo e scopro che in realtà dice: "soltanto il petto da uccello di te". Petto da uccello???? Un pò come se dicessi a qualcuno: "Soltanto il naso aquilino di te".... proprio non lo posso accettare, eccheccazzo. Era decisamente più bello che il petto desse un cenno, piuttosto che essere da uccello. bah.

lunedì, agosto 28, 2006

L'ascoltatore di musica indie/2

Seconda parte del post che inizia sotto. io sono, senza dubbio, un onnivoro lagnoso.

Gli snob
I talebani della musica: snocciolano le classifiche di pitchforkmedia e le recensioni di Blow Job come fossero Sure Coraniche. Utilizzano punteggi in scala da uno a dieci, decimali compresi, per qualificare tutto lo scibile umano: dal live degli Unbelieveble Cazzons all'ultima novità di pre-war-folk-country-lofi-pop-free-jazz-punk-inglese, dal DVD con sottotitoli in utzbeko delle performance amatorie di Rocco Siffredi alle lasagne domenicali della nonna. Il tutto in stile Hornby, senza mantenerne il buon gusto e l'ironia, ça va sans dire. Con una cultura spezzettata, in perfetta aderenza ai quiz show televisivi, ed atteggiamenti di sufficienza nei confronti col prossimo (non argomentano, si limitano a sghignazzare ed a soffiare), gli Snob sono felici di esserlo e, più ancora, di venire così etichettati. Se volete ferirli, accusateli di avere gusti convenzionali.

I Puntuali
Ieri andava di moda l'alt. country? Loro c'erano. Oggi il punk-fuk è il massimo? Loro ci sono. Domani Orietta Berti sarà un must-have? Loro ci saranno. Con tanto di discografia completa, bootleg e rarità. Generalmente hanno grosse lacune riguardo la musica del passato ("Marvin Gaye chi?") a meno che non sia in corso un revival.

I Separatisti
Gruppo che spesso si confonde con quello dei Puntuali. I Separatisti ammettono uno, al massimo due generi musicali: tutto il resto non esiste, è prescindibile, se non schifoso, ed è un crimine che lo si possa ascolare impunemente. Si ritrovano in assemblee segrete, spesso vestono un uniforme che permette loro di riconoscersi tra la folla, hanno la sicurezza di chi ha dietro un branco e l'individualità di una formica.

Gli Onnivori
Quelli che gli piace tutto, ma proprio tutto ed hanno in casa di tutto, ma proprio di tutto. Così non c'è rischio di sbagliare. Mai. Da non confondere con gli Enciclopedici, mossi esclusivamente dall'affascinante quanto irrealizzabile idea di ascoltare tutto lo scibile musicale.

Gli Elettronici
Quelli che si danno alla scena elettronica perchè la musica suonata è morta con la loro adolescenza, sommersa da "musica senz'anima". Generalmente sono trentenni-trentacinquenni, reduci della new wave che ascoltano qualsiasi porcheria sintetica, forti del fatto che faccia chic ed intellettualoide:
"Sai, io ascolto musica elettronica..."
"Wow!!!"

I Necrofili
Categoria che parte dalle medesime premesse della precedente per poi divergere: il Necrofilo asserisce che la buona musica è morta tempo fa (la data del decesso dipende dai suoi dati anagrafici) e che non ha senso ascoltare la robaccia odierna. I Necrofili più intransigenti ascoltano esclusivamente gruppi con almeno un membro defunto e si riuniscono periodicamente in assemblee al fine di decretare il miglior gruppo di zombie di sempre (alla chitarra Hendrix, alla batteria Keith Moon ecc...). Sconvolgeteli con le vostre teorie sui rocker che, inscenata una falsa morte, continuano a vivere in un agognato anonimato.

I Lagnosi
Post-rock, elettronica minimale, lagna acustica. L'importante è che si pianga. Appartenenti alla corrente dei Separatisti, capaci di apprezzare anche le lamentazioni della mamma di Cogne, quando opportunamente musicate, i Lagnosi rifuggono l'allegria come i vampiri il sole. Tra i vari, ricordiamo gli Emo-fili, gli Smog-ati, i Mum-osi, i Drak-onti.

I Revisionisti
Individui abietti: deridono la sorellina minore per il poster della Aguillera, fanno le crociate in nome della "Buona Musica" ed appena il primo coglione dice che Britney Spears ha un suo fascino (musicale), Robbie Williams ha carisma e Iva Zanicchi ha registrato un album lo-fi in cucina col suo quattro tracce, ci cascano e ne cantano le lodi. Sono l'equivalente musicale di quella intellighenzia che ha svincolato il cinema erotico dei settanta e rivalutato Alvaro Vitali dopo essersi stracciata le vesti per anni al grido di "crucifige, crucifige". Da non confondere con Quelli che affermano che Madonna è un'ottima artista: a questa categoria, esclusi i gay e le ragazze formatesi negli anni ottanta, appartengono solo gli idioti.

Gli Insetticidi
Imboccata dall'entità-Matrice Scaruffi, questa fiorente comunità è formata da geni tuttologi che, avendo avuto modo di ascoltare TUTTI i dischi mai prodotti, ha ridimensionato l'importanza dei Beatles e si sente libera di affermare con tutta tranquillità, a scelta, che i quattro di Liverpool a) Non mi piacciono; b) Sono sopravvalutati. Generalmente adorano misconosciute band da quattro soldi, idolatrate perchè ignorano di chi siano copia, o, più facilmente, si crogiolano nella sicurezza dei loro quattro ascolti. Ci rivorrebbe la Santa Inquisizione, altrochè.

Gli Esperti
Sono i peggiori in assoluto. Scrivono sulle riviste di settore o, nel peggiore dei casi, sul web. Quest'ultimi sono i più pericolosi: l'anonimato garantitogli dalla rete ne esaspera gli aspetti negativi e ne rafforza l'ego smisurato. Capiscono tutto loro, non tollerano divergenze d'opinione, si professano duri e puri, negano l'evidenza, trovano giustificazioni dietrologiche alle loro farneticazioni. Mascherano la nullità del proprio pensiero con iperboli, sinonimi inutilizzati dai tempi del Concilio di Trento, accostamenti blasfemi ed aberrazioni sintattiche, sfornando perle come "...epifanie di rara concretizzazione spazio temporale...".
Non date loro credito, ignorateli, non ne propagate il verbo: le vostre idee in musica, fatevele da soli.

Queste macrocategorie, lo ripetiamo, sono puramente forzate. Sbizarritevi, fate accostamenti arditi, create ibridi come i Revisionisti Esperti ("I Village People, meteore in un mondo adinamico, clown fanciulleschi ma seriosi ma scherzosi ma politici, lucidi avventurieri che hanno scostato il velo di Maya svincolando, con ironia ed inventiva, la figura dell'omosessuale da ceppi ghettizzanti, rendendolo simpatica macchietta esportabile ed accettabile bla bla bla") i Separatisti Necrofili ("I Nirvana sono l'unica fottuta band degna di essere ascoltata. E Dave Grohl è uno stronzo!") o gli Insetticidi Che affermano che Madonna è un ottima artista ("Madonna è intelligente, ha attraversato tutti gli stili, reinventandosi e riuscendo sempre e comunque, altro che i Beatles con le loro canzoncine pallose").

L'ascoltatore di musica indie

Questo pezzo, di autore sconosciuto, me l'ha passato Frank. Lo posto in due parti, perchè troppo lungo, e spero in settimana di riuscire ad aggiornare la radio.

Interessi naturalistici e spirito scientifico di catalogazione, uniti a lunghe frequentazioni musicali, reali e virtuali, mi hanno fornito i mezzi necessari a stilare l'idendikit dell'ascoltatore di musica indie.
Dando per scontato l'assoluta mancanza di significato del dato termine e assumendo che il suo utilizzo è ampiamente abusato e teso ad individuare un insieme così vasto da perdere la presunta qualità caratteristica, si possono individuare dei connotati comuni ai frequentatori di questo ambiente-non-ambiente cosicché, se resta sfumata la definizione di "indie", non lo è quella dei suoi adepti. La quasi assoluta predominanza del sesso maschile, difficoltà nei rapporti interpersonali e stigmate autistiche, rappresentano la triade sintomatica distintiva; la maggior parte degli osservati presenta contemporaneamente tali caratteristiche ma ci sono delle eccezioni. Se è pressochè infinita la gamma di combinazioni possibili, la divisione in fenotipi prevede esclusivamente l'esistenza di:

Orsetto: Sovrappeso, quattrocchi, di brutta - se non bruttissima – presenza o comunque estraneo ai comuni standard estetici. Può essere altresì magro, sgradevole alla vista o semplicemente anonimo; in tal caso vale l'appellativo di U.Q.(Uomo Qualunque).

Presenzialisti: D'obbligo la T-shirt di un gruppo. Attenzione, però, ci sono un paio di accorgimenti da prendere. Non indossate magliette di band italiane che abbiano venduto più di mille copie (potete quindi fare stracci per la polvere delle maglie di Afterhours e M.K.); il presunto concerto a cui avete acquistato l'indumento non deve essere troppo recente (fa troppo neofita); la t-shirt di una next big thing va bene solo se in Italia se n'è incominciato a parlare da poco (ho ancora impresse sulla retina le immagini del linciaggio del povero incauto che osò sfoggiare la maglietta degli Strokes il giorno in cui il Consiglio dei Saggi decise che erano diventati di moda);

Fighetto: Si veste in maniera curata, predilige la giacca, spesso ha gli occhiali (o ultrasottili o in montatura grossa, abolite le vie di mezzo) e può addirittura essere di bella presenza o sembrare un normale essere umano. Ovviamente non è così. Una persona normale si accapiglierebbe, terrebbe il muso o negherebbe il saluto al prossimo per divergenze musicali?

Assumendo che la nostra è una catalogazione semplicistica e che non si può generalizzare e banalizzare - chè la realta è peggio - andiamo ad osservare le varie tipologie nello specifico, tenendo conto che uno stesso individuo può trasversalmente attraversare più categorie. Molte sono estendibili all'ascoltatore generico di musica; la conditio sine qua non perchè rientri in queste tipologie è il suo attaccamento, documentato o presunto, ad oscure band, spesso dai nomi impronunciabili e dalla dubbia esistenza.

mercoledì, agosto 02, 2006

Compagni di viaggio

è da più di un mese che il blog rimane solo... ci penso, vorrei scrivere, ma per un motivo o un altro non ho spunti nè tempo. Forse agosto e la sua solitudine mi ispireranno qualcosa di sensato. Intanto, posto il testo di una canzone... in questi giorni ne sono a ruota, per vari motivi. A presto, spero.


Avevano parlato a lungo di passione e spiritualità
E avevano toccato il fondo della loro provvisorietà.
Lei disse sta arrivando il giorno,
chiudi la finestra,
o il mattino ci scoprirà.
E lui sentì crollare il mondo,
sentì che il tempo gli remava contro,
schiacciò la testa sul cuscino,
per non sentire il rumore di fondo della città.

Una tempesta d'estate lascia sabbia e calore
E pezzi di conversazione nell'aria e ancora voglia d'amore.
Lei chiese la parola d'ordine,
il codice d'ingresso al suo dolore.
Lui disse "Non adesso, ne abbiamo già discusso troppo spesso,
aiutami piuttosto a far presto,
il mio volo lo sai partirà tra poco più di due ore.

Sentì suonare il telefono nella stanza gelata
e si svegliò di colpo e capì
di averla solo sognata.
Si domandò con chi fosse e pensò "E' acqua passata".
E smise di cercare risposte, sentì che arrivava la tosse,
si alzò per aprire le imposte,
ma fuori la notte sembrava appena iniziata.

Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai.
Potranno scegliere imbarchi diversi, saranno sempre due marinai.
Lei disse misteriosamente "Sarà sempre tardi per me quando ritornerai".
E lui buttò un soldino nel mare,
lei lo guardò galleggiare,
si dissero "Ciao!" per le scale e la luce dell'alba da fuori sembrò evaporare.



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