Tutto il resto è disco dance: dicembre 2007

venerdì, dicembre 28, 2007

Capod

"no... non parlo più con i lampioni lungo i viali...
son diventati troppo snob

e tu che fai... traffico in perle per maiali..
"

E quindi stasera uno dei quei posti pieni di varia umanità, di facce viziose e farabutte, di quelli che han venduto per tremila lire la madre ad un nano.

E poi? Capodanno? No, no, ma che capodanno. Al massimo Capo d'Otranto. E magari, che stare lì ai piedi di quel faro, all'alba, è una delle cose più belle che ti possano capitare, sient'ammè (e consiglio clic sulla foto per ingrandire).

Buon duemilaqualcosa, mi pare che si usi dirlo.



giovedì, dicembre 13, 2007

il Nulla

Ogni volta che sento la parola “nulla” penso alla Storia Infinita e a quel fantastico fortunadrago batuffoloso (Falkor, adoravo lui, quel fare assonnato e soprattutto la gggrattatina dietro l'orecchio), al Mordiroccia o al lupo che parlava dalla grotta - si vedeva anche da bambini che era fintissimo, però gli occhi che si illuminavano di rosso facevano un pò paura. Atreyu mi stava decisamente sulle balle, però altri personaggi erano bellissimi. Ok, io sono un depresso, però Morla – l’essere millenario – era favoloso nella sua rassegnazione sull’impotenza degli esseri umani al limite del nichilismo (effettivamente devo aver qualche problema, se ho sempre trovato affascinante una gigantesca tartaruga che viveva solitaria in una palude e con fare menefreghista sentenziava: “Senti piccolo, noi siamo vecchi e abbiamo veduto abbastanza. Per chi sa tante cose come noi non c’è più nulla d’interessante. Il bene, il male, il bello, il brutto, la stupidità, la saggezza…. Niente è importante!”)

Che c’entra tutto questo preambolo? Nulla, appunto. È che ho bisogno di ferie. Ma non ferie stile villaggio vacanze (li ho sempre odiati: perchè dovrei andare, che ne so, a Cuba e chiudermi in un posto finto senza andare in giro per il paese a godermelo?) o simili. Ho bisogno del nulla. Il far nulla più assoluto per un bel pò di giorni, per scacciare il Nulla che mi ha assalito da un bel pò di tempo.

E poi a questo punto nella bozza del post in teoria partiva una digressione su cosa vuol dire essere professionisti del far nulla. Ma temo di non essere Atreyu, nè di avere la botta di culo di un fortunadrago che giunge dal cielo. Sono piuttosto il cavallo che a un certo punto rimane nel Nulla della palude: chiudo qui, e arrivederci a tutti.

sabato, dicembre 01, 2007

Bàrrio

(prologo di "Scivola vai via" di Capossela)

Mi dissero una volta che me n'ero andato
ma quando, però quando se sempre sto tornando a casa e quartieri e città
e mai nessuno di voi è il mio quartiere
il mio barrio
così lo chiamerò il posto dove mi sentirò uno di voi
e le vostre voci lontane saranno musica per il mio cuore
di modo che se fossi nel mio barrio
avrei spalle su cui appoggiar le mani
e orecchie a cui confessarmi
e case
e lumi
e stelle che dall'alto sul tetto della casa dei miei vecchi mi direbbero:
fermati..



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