Tutto il resto è disco dance: settembre 2005

martedì, settembre 20, 2005

Cane Peggy e la sua squadra del cuore

Beh, sono ancora a Lecce. Ancora a far nulla, chiuso in casa, ma le condizioni del mio deretano (abbondantemente descritte in un post precedente) migliorano, tanto che ho prenotato l'aereo per tornare a Milano, venerdì. Ah, in concomitanza con Inter-Lecce di sabato scorso, faccio una rivelazione sconvolgente: tifavo Inter. Tifo sempre Inter. Sono molto, molto interista. Per farvi capire quanto, prendete Febbre a 90° di Nick Hornby, leggetelo (ma questo fatelo a priori) e pensate che io, quando abbiamo schiantato il suo Arsenal in Champions ad Higbury, ero lì e mi dispiaceva per lui. Conosco solo una persona che in quanto a interismo mi dà del filo da torcere, un personaggio oscuro conosciuto anche come Cane Peggy, uno che crede allo scudetto anche a -20 dalla vetta a tre giornate dal termine. Avremo modo di presentarvi questo strano figuro.

Ad ogni modo, oggi volevo dissertare allegramente di un tema a me molto caro, ovvero "Dè metodi di riderca de lo punto fresco su lo cuscino", ma penso che il calcio tiri più di carro di buoi trainato da un pel di figa. Mi piace, il calcio (e anche il pel di figa, obviously). So che sembrerà nazional-popolare, intellettualmente povero ecc ecc, ma è bello. Sono abbonato allo stadio, mi piace vedere le partite lì, chiacchierando di cose futili con delle persone che per 90 minuti sono come dei fratelli nonostante io abbia 24 anni e loro 60 e chissà che cazzo fanno una volta abbandonato il seggiolino sotto il mio. Ricordare quando giocatori dimenticati dai più hanno calcato il verde prato di San Siro, lasciando tracce vaghissime e cappelle inenarrabili. Vabbè, chi frequenta una qualsiasi tribuna sa cosa voglio dire. Non so se vi è mai capitato di abbracciarli, questi sconosciuti. Io ricordo un episodio, legato a una delle più belle gioie che l'Inter mi abbia dato in una partita. Inter-Juve, stagione 01/02 - quella del 5 maggio, si - noi in vantaggio con Seedorf e la Juve che pareggia nel primo tempo e va in vantaggio sul finire del secondo. Ho parlato per tutta la partita con un tipo allampanato e abbronzatissimo seduto sulla scala accanto al mio seggiolino, che ha praticamente ignorato la sua ragazza per 90 minuti considerato che parlava solo con me. Al 92esimo, Seedorf ciondola con la palla a più o meno 40 metri dalla porta, sul lato sinistro, e mentre noi tiriamo giù allegramente santi per la sconfitta che comprometteva seriamente la nostra corsa per lo scudetto (che regaleremo poi con il famoso harakiri), lascia partire una folgore che si va infilare nell'angolino destro. Il delirio completo, ho abbracciato quel tipo come non abbraccerei neanche uno che viene a regalarmi due miliardi. Anche qui, un bel pò di gente può comprendere che vuol dire un gol decisivo a tempo scaduto, aggiungendo che era un capolavoro, contro la squadra più odiata e diretta avversaria per lo scudetto. Chi non lo comprende, sappia che sono cose come queste ciò che adoro, del calcio.

Lo shuffle dell'iPod mi ha proposto, nella stesura di questo post, nell ordine: Kent, Lali Puna, Smashing Pumpkins, Wallflowers e, per finire, Lucio Dalla - Disperato erotico stomp. Al "ti hanno visto bere a una fontana che non ero io" ho pensato che, forse, il mio iPod è un genio. Goodnight

domenica, settembre 18, 2005

giovedì, settembre 15, 2005

Il governo della religione e il fondamentalismo (cattolico)

Trovo riprovevole il fatto che in Italia, nell'anno domini MMV, ci siano ancora evidenti intromissioni da parte della chiesa nella vita politica dello stato, che proprio in quanto stato dovrebbe essere LAICO. Cioè, trovo intollerabile che ancora i vescovi, gli alti funzionari etc etc (efito di nominare kuel zignore kon kapuccio bianko) possano tentare di influenzare referendum e votazioni, indottrinando le persone che hanno fede (che, probabilmente, non impareranno mai che religione, fede e chiesa non sono la stessa cosa e non vanno necessariamente insieme). Mi sembra che questo tentativo di riprendere il potere sia particolarmente pressante negli ultimi tempi. Questo mi spaventa discretamente. Mi sembra che ci sia del fondamentalismo cattolico. Già siamo la nazione con più tabù e sensi di colpa determinati dall'educazione cattolica, vogliamo anche diventare tutti di CL (pensate, già le ragazze non la danno...)?

Cioè, scusatemi, ma se le leggi e la vita politica vengono decise dalla chiesa, non siamo forse simili ai governi islamici? Non nego sia diversa la sostanza, d'altronde le due religione sono diverse (ma allo stesso tempo spaventosamente simili), ma la forma è uguale. Por moi, un paese dove hanno potere decisionale e politico dei vescovi, è lo stesso di uno in cui sono al potere dei mujaeddin. Allora perchè mandiamo gente a combattere i paesi in cui la religione è legge, se comanda anche da noi?

Finita l'invettiva. Fatta non con fervore idealista, ma con rassegnato distacco.

Ma friznker dove cazzo è?

mercoledì, settembre 14, 2005

Whisky di pessima qualità

Questa è la strada, il resto è whisky di pessima qualità,
tu - tu fai troppa confusione ed io ho bisogno di tranquillità
Mettimi giù.
la febbre dell'oro sta squarciando la città,
io trascorro le ferie tra gli orrori e le delizie di questa località,
un posto ignobile dove è facile scoppiare,
e tu mi chiedi "Quando andiamo a ballare?",
ma non hai altro da pensare!
(....)
Qui si fa sempre tardi e si va avanti a furia di caffè
per paura di dormire e sognare chissà ché.
...eh, mettimi giù
(...)
due ore all'alba e siamo ancora qui a fumare,
che ne diresti di andare al mare,
o hai di meglio da fare?
o hai problemi di diversa natura,
chiudi un po' la finestra
che la luce di nuovo giorno mi fa sempre paura

martedì, settembre 13, 2005

La casa, Elliott Smith e i giapponesi isterici

Bah. Barf. Sbrof. Sgrunt. Mentre scrivo il mio posteriore cerca di ricordarmi perchè mi trovo a casa lontano da casa, cioè dalla città che io ormai considero casa ma dove in realtà non ho più una casa. Potrei effettivamente essere arrestato per abuso di parola “casa”. Mi spiegherò meglio. Ordunque, io sono originario di Lecce, trapiantato come un capello di Forza Italia a Milano da più di cinque anni per frequentare l’università che – nel frattempo – ho, ahimè, anche completato ad aprile scorso. Milano è diventata la mia vera casa, nel senso che ci vivo molto meglio di come vivevo a Lecce, con grosso disgusto di tutti quelli che ohmadaiquellacittàdimmerda, nonsivedemaiilsole (non è vero, il sole a Milano si vede, smettetela di pensare ai film degli anni 80 in cui il cielo era sempre grigio), iolaodiononlasopporto e peggio ancora quelli rinnegato. Uno non è che si deve affezionare ad un posto solo perchè ci è nato, ci dovrà vivere bene, o no? E io a Lecce vivo male. A Milano bene. Stop. Ad ogni modo, sto divagando: mi trovo a Lecce perchè ho subito un’innocua ma fastidiosissima operazione, grazie alla quale ho un taglio in quella regione che, dandoci del tu, definirei tra l’osso sacro e il buco del culo. Questa cosa mi blocca qui, mi impedisce di sedere e mi obbliga, ah che fatica, a stare steso per gran parte della mia giornata. Ho dovuto, per vicissitudini che non sto qui a raccontare, lasciare la mia camera in viale Bligny prima di partire per venire ad operarmi, e adesso non ne ho una quando torno... mi appoggerò da un mio amico e la mia roba rimarrà durante la ricerca in uno di quegli “alberghi delle cose”, per farmi sentire uno zingaro ogni volta che avrò bisogno di qualcosa che è stato inesorabilmente inscatolato. Questo, ovviamente, avverrà ogni dieci minuti una volta tornato.
Spero così di aver chiarito le prime due righe.

Elliott Smith è la mia ruota di questo periodo... nel senso che io non è che quando scopro qualcuno che fa musica che mi piace mi appassiono e lo ascolto, ma ne entro a ruota, o meglio ancora mi arruoto: lo ascolto in continuazione, quasi fosse un bisogno fisico. Il personaggio in questione, poi, è di quelli che scopri quando è già passato a miglior vita, e questo ti fa girare i coglioni, poichè chissà quante altre gioie avrebbe potuto regalarti con svariati album che avresti comprato, scartato, di cui avresti annusato il libretto e dopo mille ascolti li avresti riposti insieme agli altri cd – in rigoroso ordine alfabetico e cronologico (alla Nick Hornby di High Fidelity, che però elaborava una complessissima forma di catalogazione) – per poi ritirarli fuori nelle occasioni giuste. Penso però che il ragazzo, morto suicida e con una (non so se passata) sana e robusta tossicodipendenza, sia trapassato perchè inadeguato a vivere su questo mondo, incapace di essere compreso a fondo. Era cioè un essere superiore, con una sensibilità rara; di conseguenza, non conosciuto dai più e per questo non abbastanza considerato. Inadeguato alla vita, in una parola. Allo stesso modo di Jeff Buckley, del resto. E per chi volesse approcciarsi alla sua musica, sappia che il buon Elliott, che trova i suoi momenti più alti a mio parere negli album “Figure 8” e nell’ultimo “From a Basement...” (con la canzoni solo alla seconda versione e quindi non definitive), è un punto di incontro tra Jeff Buckley, Badly Drawn Boy e i Beatles più intimisti. Seguiranno, in un futuro prossimo, recensioni degli album. O soprattutto, se capissi se e come si possono postare mp3, esempi reali delle capacità del cantautore. Intanto, nei link, c'è una pagina con un bellissimo articolo sulla morte di Elliott.

Ah, cercherò di postare una mia sottospecie di foto. Come dicevo nel primo post, tutti i miei averi digitali sono rimasti con il mio pc a Milano (canzoni a parte, che sono nel mio iPod, altrimenti non sarei potuto sopravvivere), e quindi non posso mettere foto tranne quelle cagate fatte col cellulare. Odio quelli che ogni momento tirano fuori il telefotino e –trsciak– scattano come se fossero giapponesi isterici, visto che poi le foto sono di qualità pessima.



Chiudo, infine. Sono molto preoccupato, il silenzio mi ingrossa la cappella.

venerdì, settembre 09, 2005

Mr Strippoli's history.

Ladies and Gentlemen, ecco a voi, Mister Franco Strippoli. E voi direte, chi cazzo è Mister Franco Strippoli? Ecco che dunque vorrei presentarmi a voi, luridi navigatori, in tutto il mio splendore, raccontandovi in breve chi sono, da dove “vengo” e cosa ho fatto in questi anni.

1981
Nel caldissimo mese di agosto nasco per sbaglio a Pesaro da una coppia di eroinomani, che presto mi affida ad un’altra famiglia. Se di solito sono le famiglie italiane ad adottare bambini del terzo mondo, io risulto essere il primo caso in Italia di bambino occidentale affidato ad una famiglia di extracomunitari. Il signor e la (gran)signora Mustafà mi accolgono nella loro roulotte e mi riempiono d’amore e d’insulti.
1995
Finisco le scuole elementari a pieni voti e decido di sperimentare i più svariati lavori: barman, menestrello, garzone, gelataio ambulante, scaricatore di porto, scaricatore di porco, porco.
1996
Mi innamoro di una mia coetanea con lo scooter, 20 chili più grassa di me ma con due pere da overdose. Lei non mi si fila di striscio, così decido di perdere la verginità con il gatto di sua nonna, Mimì.
1997
Nei bagni dell’Autogrill scorgo una frase di Oscar Wilde, e questa cambia per sempre la mia vita. La frase dice:
"La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: una semplice confessione di fallimento".
Improvvisamente capisco. Realizzo. In due giorni lascio Mimì e parto per il Brasile.
2000
Il Brasile è fantastico. Giro tutto il mese di febbraio con indosso l’abito da pavone. Tra mignotte e carnevali mi costruisco un nome e una reputazione degna di Al Capone, che mi permette di venire a conoscenza di personalità illustri e di tutto rispetto.
All’apice del successo e della gioia commetto un errore che dà l’ennesima svolta alla mia squallida esistenza. A cena con il senatore dello Zaire, Mr. Wantoi, una persona estremamente carismatica, risultato dall’incrocio di un papà cinese e una mamma senegalese, mi bevo cinque caipiriñe e ho la brillante idea di raccontare a tutta la tavolata la barzelletta del cinese che entra in un bar e chiede al barista di colore:"dammi una birra, negro"
E il barista: "Ma non ci pensi a come possano farmi sentire queste parole? Non me lo sarei mai aspettato da una persona che fa parte di un'altra minoranza etnica. Facciamo così, vieni dietro il bancone che ti faccio sentire cosa si prova."
Il cinese accetta e i due si scambiano di posto.
Il barista: "Hey muso giallo dammi una birra". Il cinese risponde: "Mi dispiace, non serviamo i negri".
Beh, dopo quell’uscita infelice mi ritrovo senza una casa, senza amici, ma soprattutto, senza un orecchio.
2004
Mesto e con la coda fra le gambe me ne torno nel Bel Paese, senza un lavoro, senza un orecchio, ma soprattutto, senza una donna.
Il ritorno è drammatico ma presto mi si ripresenta il sorriso. Mi fidanzo con Lea, una ragazza senza naso, e poi trovo un lavoro. La redazione della nota rivista per animali, Cavallo Magazine, cercava un inviato speciale di razza caucasica, ed io ho rispondo presente.
Il mio primo articolo lo intitolo “Ho licenziato Dio: la storia di Meopoldo, un fantino miracolato”, e riscuote panico e successo in tutta la redazione. Da lì in avanti, tutto appare in discesa.
Qui di seguito allego due foto riguardanti il suddetto lavoro.


2005, settembre
Reso celebre dal mio lavoro, Massimiliano DeMarco, assiduo lettore di Cavallo Magazine, mi ha chiesto di partecipare al suo Blog (cos’è un Blog?), ed io, come sempre nella mia vita, ho accettato senza sapere perché…

Tutto il resto è disco dance - atto I

Right, mi prendo l'onore del primo post solo perchè sono stato io ad avere l'idea e a proporla al mio compagno di blog, uno che con ogni probabilità non ha ancora capito bene di cosa si tratta. Sa solo che bisogna scrivere il che, ammetto, gli viene discretamente bene. Comunque, immagino che a me toccherà scrivere cose semiserie, a lui semistupide. O in fondo potrebbe essere viceversa.
Ci vorrà un pò per iniziare a riempire di foto questo blog, sono in esilio senza il mio fido pc e tutti i miei averi digitali sono contenuti lì (spiegherò l'esilio nei prox post).
Comunque, auguro a qualunque sfortunato navigatore capiti qui una buona lettura. Non mancheranno recensioni musicali (siamo fanatici mica da ridere), resoconti, racconti, cazzate di ogni genere e poi oooooooh, basta con queste stupide e zuccherose presentazioni, buoni propositi e retoriche da quattro soldi... buona lettura e basta. E se quello che scriviamo fa cagare, non mancate di scrivercelo via mail... vi risponderemo con insulti di ogni tipo.
In fondo, tutto il resto è disco dance. No?

M



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